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Villa Vigoni, 31 marzo - 3 aprile 2011
Organizzatori: Luca Di Blasi, Manuele Gragnolati, Christoph Holzhey
Nel corso di tutta la sua vita Pier Paolo Pasolini sembra aver coltivato e alimentato numerose tensioni, trasformandole in risorse per la propria produttività, vitalità e intensità. L’interesse verso questa capacità di Pasolini di generare e sostenere tensioni e renderle esteticamente e politicamente produttive ha rappresentato il punto di partenza per la creazione di un gruppo di ricerca che si è formato nell’autunno del 2009 al Berlin Institute for Cultural Inquiry e che da allora si incontra per discutere testi e film di Pasolini: http://pasolini.ici-berlin.org/.
Questo interesse è strettamente collegato al progetto “Tension/Spannung” che l’ICI sta portando avanti dal 2007: http://www.ici-berlin.org/tensionspannung/core-project-spannung-tension.
Pasolini condivide con Jacques Derrida un’identità paradossale, ossia una non-identità che nasce dall’aver sperimentato un’esclusione incrociata: da ragazzo Derrida fu vittima di esclusioni antisemite, ma, allo stesso tempo, non poteva integrarsi nella comunità ebraica; Pasolini fu oggetto di esclusioni omofobe da parte dello Stato e del partito comunista, eppure non approdò mai a un’accettazione e a una dichiarazione pubblica della propria omosessualità. Questa doppia esclusione biografica comporta la sua posizione eccentrica, tanto poetica quanto politica, radicalmente indipendente e libera da ogni ideologia omogeneizzante, sensibile verso gli esclusi ed ogni tipo di esclusione; una presa di posizione che si potrebbe definire queer avant la lettre. >>> |
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